Quanta motivazione hai a dimagrire senza dieta? Che cosa potrebbe provocare quel cambiamento che ti porta a dimagrire senza dieta?
Il cambiamento avviene quando modifichi, nel tuo sistema nervoso, le sensazioni che leghi ad una esperienza. Finché le sigarette ti daranno sentimenti di piacere, sarai attratto da loro. Finché quella torta, o la pizza o qualunque altra cosa ti darà sentimenti di piacere, sarai attratto da quel cibo.
Perché ciò che motiva il tuo comportamento, di solito, è la reazione viscerale, non la tua parte razionale.
Sai che la cioccolata ti fa male, ma la mangi comunque. Perché?
Perché non sei motivata tanto dalle considerazioni della tua mente razionale, quanto da ciò a cui leghi il dolore e il piacere nel tuo sistema nervoso.
Quindi, che cosa spinge un essere umano a comportarsi in un certo modo piuttosto che in un altro?
Che cosa determina la differenza nelle azioni umane?
Come dice A. Robbins, formatore e motivatore internazionale, gli esseri umani NON agiscono a caso. Tutto quello che facciamo è determinato da un motivo. Forse non ne siamo consapevoli, ma dietro ogni comportamento umano c’è un’unica forza motrice.
Questa forza investe tutti gli aspetti della nostra vita, dalle relazioni alle finanze, dal nostro corpo alla nostra mente.
Che cos’è questa forza che ci controlla continuamente?
Dolore e piacere.
Tutto quello che ogni essere umano fa lo fa o per il bisogno di evitare un dolore o per il desiderio di procurarsi piacere.
Sento spesso persone che dicono di quanti cambiamenti vorrebbero fare nella loro vita, però non riescono mai a farli. E si sentono frustrate, arrabbiate con se stesse, deluse perché sanno che dovrebbero fare qualcosa ma non ci riescono.
E la ragione è semplice: continuano a cercare di cambiare il loro comportamento, che è l’effetto, invece di agire sulla causa che ci sta dietro.
Capire ed utilizzare le forze del piacere e del dolore ti permetterà, una volta per tutte, di operare i cambiamenti e i miglioramenti durevoli, che desideri. NON capire queste forze ti condanna ad una vita di reazione, come un animale o una macchina.
Forse ti sembrerà un po’ troppo semplicistico quello che ti sto dicendo, ma pensaci.
Perché a volte riesci a motivarti e altre volte no?
Perché a volte non fai certe cose che sai di DOVERE fare?
E come mai a volte accade che tu sai di dover fare qualcosa ma non ti decidi a farlo?
La risposta è semplice.
Perché tu sei convinta che fare quella cosa ti provocherebbe più dolore che semplicemente rimandarla ad un altro giorno o momento e quindi la rimandi per non provare quel fastidio.
Prendiamo l’esempio di chiedere un aumento. Tu sai che ti meriti un aumento, sai che è giusto chiederlo, ma il solo fatto di andare a chiederlo ti fa star male o ti provoca un certo fastidio, e così trovi una scusa per rimandare.
E allora, non ti è mai capitato di provare a rimandare una certa cosa così tante volte, da sentire in un determinato momento e tutto ad un tratto il forte impulso a farla, cioè di agire?
Per esempio ti è mai capitato di prendere una multa? Sai che la devi pagare ma rimandi continuamente il pagamento. Quando però arriva l’ultimo giorno, l’impulso è quello di correre a pagarla perché sai che se non la paghi entro il termine raddoppierà (dolore).
Che cosa è successo?
Hai cambiato quello che associavi al piacere e al dolore. Di colpo, NON agire è diventato più penoso che rimandare.
Perché continui a rimandare il momento di cominciare ad andare in palestra?
Perché continui a rimandare il momento di smettere di fumare?
Perché non hai assunto personalmente il controllo della tua vita?
Che cos’è che t’impedisce di fare tutto quello che ti serve a rendere la tua vita esattamente come te la sei immaginata o come la vorresti?
La risposta è semplice. Anche se sai che queste azioni ti gioverebbero e che in definitiva potrebbero apportare piacere alla tua vita, non entri in azione semplicemente perché in quel momento associ più dolore all’idea di fare quello che è necessario, che all’idea di perdere l’occasione.
Quando rimandi qualcosa, lo fai perché l’idea di compiere una determinata azione ti provoca dolore, magari per paura di quello che potrebbe succedere (vuoi in questo caso evitare un potenziale dolore) oppure semplicemente perché ti annoia.
Quando le conseguenze di NON farlo (rimandare) diventano più dolorose dell’idea di farlo allora ti metti in azione.
Un fumatore, ad esempio, decide di smettere di fumare quando il dolore associato al farlo (la paura per le possibili conseguenze negative sulla salute, le spese per il fumo troppo elevate, innamorarsi di una persona che non sopporta il fumo, la paura di intossicare il bimbo in arrivo ecc.) diventerà maggiore delle sensazioni piacevoli che il fumo gli dà.
Quindi tutto quello che l’essere umano fa, lo fa:
o per il bisogno di evitare il dolore
o per il desiderio di procurarsi piacere.
Tutti gli esseri umani sono spinti da queste due forze e compiono azioni per allontanare il dolore o per avvicinarsi al piacere.
Il tuo cervello è un computer sofisticatissimo che monitora costantemente in ogni momento e in ogni situazione e in maniera perfetta questo processo di valutazione tra il piacere e il dolore.
Ma qual è tra queste due forze, dolore e piacere, che spinge di più gli esseri umani ad agire?
A breve termine, sicuramente è il dolore che motiva gli esseri umani in maniera più veloce.
Infatti siamo disposti a fare molto di più quando dobbiamo tirarci fuori da un guaio piuttosto che per migliorare una già buona situazione.
Per esempio, cosa ti motiverebbe di più:
impedire a qualcuno di rubarti cento mila euro che rappresentano per te i risparmi di 5 anni, oppure la possibilità di guadagnare centomila euro nei prossimi 5 anni?
Le persone sono disposte a fare di più per fuggire da una situazione che potrebbe arrecargli dolore, piuttosto che per raggiungere una situazione di piacere.
Per molti il timore di perdere qualcosa è assai più forte del desiderio di vincere o di ottenere qualcosa in più!!
Il fatto è che in generale la gente è più disposta a darsi da fare per NON perdere qualcosa o per tenersi quello che ha già, piuttosto che correre gli inevitabili rischi per ottenere quello che davvero vuole dalla vita.
Quindi il dolore spesso è una grande leva motivazionale. E penso che anche tu, in passato, hai preso delle decisioni e agito velocemente spinta dalla forza del dolore.
Per una persona in sovrappeso, il piacere di mangiare in continuazione messo sul piatto della bilancia è maggiore rispetto al dolore che proverebbe guardandosi allo specchio.
E quindi finché il livello di piacere associato al mangiare è maggiore rispetto al dolore che proverebbe nel non farlo, questa persona continuerà a mangiare continuamente seguendo il suo istinto e inevitabilmente ingrassando sempre di più.
A lungo termine i veri cambiamenti avvengono solo quando il nuovo comportamento o il nuovo stile di vita diventa piacevole, ossia quando NON dobbiamo più sforzarci con la forza di volontà di mantenere il nuovo stile di vita acquisito che ha sostituito quello vecchio.
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